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Alimentazione, Alimentazione in lattazione, Fabbisogno energetico

Fabbisogni energetici e nutrizionali di una cagna in lattazione.


mercoledì 4 marzo 2020


Fabbisogni energetici e nutrizionali di una cagna in lattazione

Un allattamento di successo dipende da un adeguata condizione corporea della cagna prima della riproduzione, durante la gestazione e l'allattamento, ma anche da una corretta alimentazione durante tutta la fase riproduttiva.

I fabbisogni nutrizionali di una cagna durante l'allattamento sono maggiori di qualsiasi altro momento della sua vita e sono strettamente correlati alla quantità di latte che deve produrre che, a sua volta, dipende principalmente dal numero di cuccioli.

Proprio per questa ragione la maggior parte delle formule proposte per il calcolo del fabbisogno energetico di una cagna in allattamento, oltre alla settimana di lattazione in cui si trova, tengono conto anche del numero di cuccioli da allattare.

Durante la prima settimana di allattamento la cagna produce un quantitativo di latte che rappresenta circa il 2,7% del suo peso corporeo e la produzione di latte aumenta costantemente col trascorrere dei giorni fino alla terza/quarta settimana. Queste settimane rappresentano il momento in cui si ha il picco della montata lattea nella cagna che, durante questo periodo, arriva a produrre un quantitativo di latte che si attesta intorno al 7,5-8,5% del suo peso corporeo. Per fare un esempio, un cane di circa 22 kg, con 6 cuccioli arriva a produrre nella terza-quarta settimana di lattazione circa 1,7 litri al giorno di latte.

Intorno alla quinta settimana di allattamento i cuccioli iniziano ad assumere alimenti solidi e di conseguenza anche la produzione di latte nella madre diminuisce progressivamente.

Oltre al controllo dei cuccioli e della loro crescita, è importante che il veterinario tenga monitorata anche la cagna, il suo peso e il suo Body Condition Score. In linea generale una cagna, alimentata correttamente dopo il parto, durante l'allattamento dovrebbe pesare il 5-10% in più rispetto al peso prima dell'accoppiamento.

In seconda battuta andrebbe calcolato il suo fabbisogno energetico e, se si opta per un alimento commerciale, anche il quantitativo di alimento da somministrare, se invece si decide di preparare un piano nutrizionale casalingo, adeguarlo allo stato fisiologico dell'animale.

Alcuni autori consigliano di alimentare ad libitum la cagna durante la lattazione per evitare il rischio di carenze nutrizionali e per permetterle di mangiare quando preferisce ma, anche se si decide di optare per questa soluzione, rimane fondamentale calcolare il suo fabbisogno energetico e la quantità di cibo che dovrebbe assumere al fine di controllare che quello che realmente mangia durante la giornata sia in grado di soddisfare le sue necessità.

L'alimentazione ad libitum, invece, viene generalmente sconsigliata in cagne che hanno partorito solo 1 o 2 cuccioli e che quindi hanno un fabbisogno energetico per l'allattamento abbastanza limitato.

FEDIAF propone per il calcolo del fabbisogno energetico di una cagna in lattazione la seguente equazione:

-se i cuccioli sono compresi tra 1 e 4: DER= 145 x (kg)0,75 + 24 x N x kg x L
-se i cuccioli invece sono più di 5: DER = 145 x (kg)0,75 x (96 + 12 x N) x kg x L

dove N rappresenta il numero di cuccioli mentre L rappresenta un fattore di moltiplicazione che dipende dalla settimana di lattazione: 0,75 nella prima settimana, 0,95 nella seconda settimana, 1,1 nella terza e 1,2 nella quarta.

Altri autori propongono delle equazioni più semplificate il cui risultato si avvicina approssimativamente al risultato dell'equazione proposta FEDIAF. In particolar modo la più utilizzata è

-DER = 147 x (kg)0,75 + il 25% (del risultato del calcolo precedente) per ogni cucciolo.

Ad esempio, in una cagna di 20 kg con 6 cuccioli:

147 x (20)0,75 = 1390; il 25% di 1390 = 348 quindi il fabbisogno sarà 1390 + (348 x 6) (numero cuccioli) = 1390 + 2088 = 3478

Quest'ultima equazione, tuttavia, non tiene conto della settimana di lattazione, ma suddivide le differenze caloriche delle varie settimane "spargendole" durante tutto il periodo dell'allattamento.

Le calorie somministrate andrebbero poi ridotte quando comincia la fase di svezzamento scendendo gradualmente fino ad arrivare, una volta terminato lo svezzamento, a risomministrare le stesse chilocalorie che l'animale assumeva prima di riprodursi.

In ogni caso, è sempre importante controllare costantemente, sia il peso della mamma, sia quello dei cuccioli, per capire se l'alimentazione somministrata permette alla cagna di mantenere il suo peso e di produrre un latte quantitativamente, e qualitativamente, adeguato alla crescita della sua prole.

La composizione del latte di cagna si discosta notevolmente da quello del latte di vacca, esso, infatti, contiene più del doppio delle proteine (7,5% rispetto a 3,1%) e delle kcal e quasi il triplo dei grassi (9,5% contro il 3,5%), ma in cambio è meno ricco di lattosio. Questa è una delle ragioni per cui, in caso ci cuccioli orfani, si sconsiglia vivamente di somministrare il latte vaccino ai cani.

L'elevata concentrazione proteica del latte si riflette in un aumentato fabbisogno proteico della cagna. FEDIAF indica come minimo per l'allattamento il 25% di proteine su S.S., tuttavia i livelli raccomandati si attestano tra il 25 e il 35%.

Anche il contenuto in grassi di un piano nutrizionale, o di un alimento, per una cagna in allattamento deve essere nettamente superiore a quello di mantenimento per un animale adulto. Nonostante il minimo indicato da FEDIAF sia 8,5% su S.S., in generale si raccomanda di preferire un'alimentazione che contenga almeno il 20% di grassi su sostanza secca, sia perché essi aumentano la densità energetica dei pasti somministrati, sia perché un loro aumento si riflette in un aumento del contenuto di grassi nel latte prodotto.

Anche il tipo di acidi grassi da somministrare deve cambiare durante l'allattamento, infatti, per una cagna in lattazione diventano essenziali anche l'acido arachidonico, l'EPA e il DHA. La somma di questi ultimi due acidi grassi deve essere di almeno lo 0,05% su S.S.

Poiché è ormai dimostrato che l'assunzione da parte dei cuccioli di DHA ne migliora la funzione retinica e cerebrale, e che il tipo di acido grasso somministrato alla madre si riflette sulla sua concentrazione nel latte, l'acido docosaesaenoico dovrebbe rappresentare almeno il 40%  del totale di EPA + DHA somministrato alla cagna.

Sulla necessità di inserire i carboidrati in una dieta per una cagna in lattazione, ad oggi, ci sono ancora pareri discordanti. Uno studio ha dimostrato che le dimensioni dei cuccioli di madri alimentate con una dieta priva di carboidrati, e contenente il 42% di proteine e il 58% di grassi, non si discostavano da quelle di cuccioli di cagne alimentate con diete che comprendevano una fonte di carboidrati. Questo indicherebbe che, sebbene le femmine in allattamento non richiedano necessariamente una dieta con carboidrati, se gliene viene somministrata una che ne è priva esse presentano un fabbisogno proteico aumentato. Tuttavia, altri studi dimostrano che il contenuto di lattosio nel latte è maggiore se la madre viene alimentata anche con carboidrati e la maggior parte degli autori concordano nel suggerire di fornire alla cagna in lattazione almeno il 20% dell'energia attraverso una fonte di carboidrati digeribili.

Anche sui livelli di calcio e fosforo raccomandati non c'è un valore unanime, ma le indicazioni cambiano leggermente in base agli studi e agli autori, ma tutti concordano nel sostenere che, nel periodo dell'allattamento, la cagna presenta dei fabbisogni aumentati di entrambi questi minerali. FEDIAF indica come percentuale minima di calcio l'1% su S.S. e di fosforo l'0,8% su S.S., mantenendo un rapporto di calcio/fosforo tra 1:1 e 1,3:1.  Come livello massimo la maggior parte degli autori concordano nel non superare l'1,7% di calcio e l'1,3% di fosforo, ma soprattutto che bisogna evitare che il rapporto calcio/fosforo vada oltre l'1,6:1.

Infine, si ricorda di controllare sempre che tutti i minerali e vitamine rispettino almeno i fabbisogni minimi indicati da FEDIAF per le cagne in riproduzione.

BIBLIOGRAFIA:
- Delaney SJ & Fascetti AJ. Applied Veterinary Clinical Nutrition.  (ed.  Fascetti AJ and Delaney SJ. ). 2012 chapter 7 feeding the healthy dog and cat.
- FEDIAF_Nutritional_Guidelines, 2019
- MS Hand, CD Thatcher, RL Remillard, P Roudebush & BJ Novotny. Small Animal Clinical  Nutrition 5th edition. ed.   2010, chapter 15


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